6. DIFFICILI RAPPORTI TRA CHIESA, IMPERO, COMUNI
Tra il XII e il XIII secolo si diffusero in Europa molte eresie.
Gli eretici credevano in Dio ma le loro idee erano in parte diverse da quelle della Chiesa. Inoltre criticavano le persone di chiesa perché vivevano spesso nel lusso e non si comportavano bene.
La Chiesa perseguitò gli eretici. Il Tribunale dell’Inquisizione, che era un tribunale della Chiesa, ricercava gli eretici, li costringeva a confessare con la tortura e infine li condannava ad essere bruciati vivi.
Al contrario a sostegno della Chiesa nascono in questo periodo due ordini religiosi:
i Francescani, ordine fondato da San Francesco;
i Domenicani, ordine fondato da San Domenico.
Si trattava di frati che vivevano in povertà, chiedendo l’elemosina. Vivevano nelle città predicando fra la gente.
I Comuni dell’Italia settentrionale e centrale facevano parte del Sacro Romano Impero Germanico, ma si comportavano come se non esistesse e si governavano da sé in piena autonomia.
L’imperatore Federico Barbarossa cercò di ristabilire la sua autorità.
Sostenne che solo lui aveva diritto di imporre tasse, battere moneta e amministrare la giustizia e, visto che i Comuni rifiutavano di riconoscere la sua autorità, andò contro di loro con un esercito.
I Comuni allora fecero un’alleanza, la Lega Lombarda e, nel 1176, a Legnano, sconfissero il Barbarossa.
Con la pace di Costanza i Comuni accettarono di giurare fedeltà all’Imperatore ma in pratica mantennero la loro autonomia.
Poco tempo dopo divenne imperatore Federico II, che aveva sotto di sé anche l’Italia meridionale, ereditata dalla madre.
Fu un sovrano molto saggio e moderno. Era poeta e scienziato e parlava sette lingue; favorì lo sviluppo della cultura: istituì un’Università a Napoli e una scuola di medicina a Salerno. I suoi sudditi potevano praticare qualsiasi religione.
Quando fu obbligato dal papa a fare una Crociata, riuscì a riprendere alcuni territori senza combattere, solo con delle trattative.
Quando cercò anche lui di sottomettere i Comuni si scontrò con il papa che non voleva che l’imperatore fosse troppo potente.
In Italia alcuni comuni erano fedeli al papa, ed erano detti guelfi, altri all’imperatore ed erano detti ghibellini.
Alla morte di Federico II si impadronirono dell’Italia meridionale gli Angioini, nobili parenti del re di Francia. Essi imposero fortissime tasse e governarono male.
Poco dopo arrivarono gli Aragonesi, una famiglia spagnola, che si impadronirono della Sicilia e della Sardegna.
Cominciò così un lunghissimo periodo in cui il sud dell’Italia fu governato da potenze straniere che si preoccupavano solo di sfruttare le popolazioni.
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